Il ciclo della terapia
Quando ci si mette nelle mani del personale sanitario, perchè si necessita di un aiuto a causa della propria salute compromessa, non viene soltanto in rilievo il comportamento dei singoli medici, che pure concorre all’eventuale buon esito della terapia farmacologica o chirurgica diretta a sconfiggere la malattia, ma è l’intera macchina sanità che deve funzionare al meglio in tutti i suoi ingranaggi, essendo indispensabile anche l’apporto del personale parasanitario, infermieristico, nonché la sussistenza di una strumentazione e di macchinari idonei a fronteggiare i bisogni di chi è affetto da una patologia.
Affinchè tutto vada per il meglio, è fondamentale che tutto funzioni correttamente.
Quando ciò non avviene si verificano ahinoi i tristi casi di malasanità che invadono telegiornali e carta stampata: pazienti abbandonati nelle corsie degli ospedali, operazioni eseguite alla parte del corpo sbagliata a causa dello scambio di cartelle cliniche, morti causate dalla somministrazione di farmaci cui si era allergici, errate diagnosi rivelatesi fatali che sono il frutto di controlli frettolosi e della volontà di non eseguire esami più approfonditi a causa dei costi che questi comportano.
Sono solo alcuni degli esempi di malasanità che quotidianamente si verificano sul territorio italiano; alcuni raggiungono il clamore mediatico che li rende degni di essere conosciuti a livello nazionale, altri restano confinati nelle realtà di periferia.
Eppure di danni a pazienti ignari della non curanza con cui alcuni reparti vengono gestiti se ne producono centinaia e centinaia.
Si pensi a un caso avvenuto in quel dell’Ospedale di Firenze, in cui un paziente la cui salute era già messa a dura prova dalla presenza di un tumore si trovava a contrarre anche il virus dell’epatite C a causa di un’infermiera distratta che gli aveva tamponato una ferita con guanti già usati e sporchi di sangue (Tribunale di Firenze, Sez. II, Sentenza 17-03-2015, R.G. 7007/2009).
Potremmo stare qui a cercare di rintracciare le cause per le quali troppo spesso in un paese come il nostro accadono questi episodi; si potrebbero scrivere fiumi di pagine sulla pochezza di risorse economiche messe a disposizione per l’acquisto di macchinari nuovi, per la formazione del personale e, anzi, per l’assunzione stessa del personale, che sempre più spesso risulta essere in numero deficitario rispetto alle esigenze, con la conseguenza di avere spesso a che fare con operatori stanchi e irascibili che fanno passare subito qualsiasi speranza di una minima empatia.
Non importa cosa ci sia alla base di errori che comunque non sono giustificabili, proprio in virtù del particolare ruolo che si ricopre, sia che si tratti di un medico sia che si tratti di un infermiere.