Nervo Trigemino - Patologia delle Lesioni

Il nervo trigemino rappresenta una delle dodici coppie di nervi craniali originano dalla base del cervello; si costituisce di tre diverse branche che, diramandosi, trasmettono gli stimoli sensoriali dalla parte inferiore, mediana e superiore del volto al cervello.

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Le tre branche terminali del trigemino prendono il nome di nervo oftalmico, nervo mascellare e nervo mandibolare.

Il nervo oftalmico si divide a sua volta nei rami terminali: il nervo nasale, che innerva la cute e la congiuntiva dell’angolo interno dell’occhio nonché la cute del naso, il nervo lacrimale, che innerva la cute e la congiuntiva dell’angolo esterno dell’occhio, oltre alla ghiandola lacrimale e, infine, il nervo frontale, che innerva la palpebra superiore e la cute della regione frontale.

Il nervo mascellare distribuisce invece i suoi rami alla palpebra inferiore, all’ala del naso e al labbro superiore; da questo partono poi il nervo zigomatico, che innerva la regione mascellare, nonché i nervi alveolari superiori, che si distribuiscono alle gengive e alle radici dei denti superiori.

Infine, vi è il nervo mandibolare, che esce dal cranio e si divide subito in nervo linguale, nervo masticatorio, nervo auricolo temporale e nervo alveolare superiore.

Questa sommariamente la composizione del nervo trigemino, il quale, con le fibre motorie innerva i muscoli della masticazione, con le fibre sensitive innerva la cute e le mucose del volto.

Come facilmente intuibile anche per i meno avvezzi alla terminologia medica, si tratta di un particolare nervo la cui funzione è fondamentale per la corretta innervazione del viso.

Trattamento terapeutico sbagliato

È possibile talvolta che si crei una lesione del tronco del trigemino; ciò può avvenire ad esempio in seguito alle complicazioni di un intervento chirurgico, come accaduto ad una donna del modenese la quale, operata per la rimozione di una neoplasia celebrale, subiva la lesione del nervo a causa della difficile posizione della massa tumorale, compressa dalle radici del nervo stesso, per poi chiedere il risarcimento per i danni subìti (Tribunale di Modena, Sentenza 10/04/2015, R.G. 456/2010).

Del resto, la superiore lesione può esser causa di forti dolori, nonché dei seguenti sintomi morbosi: disturbi alla cute della fronte, delle palpebre, del capo, del padiglione dell’orecchio e del condotto uditivo esterno, disturbi motori dei muscoli masticatori, alterazione dei riflessi corneali, ulcera corneale nonché disturbi secretori, ossia riferibili alle lacrime, al sudore e alla saliva.

È possibile inoltre che si ingeneri una nevralgia del nervo, particolarmente fastidiosa, che si caratterizza per attacchi dolorosi improvvisi e lancinanti, simili a una scossa elettrica, che vengono usualmente avvertiti su un lato della mascella o della faccia.

In questo tipo di nevralgia gli attacchi possono durare alcuni secondi e ripetersi in rapida successione, possono durare anche per mesi o addirittura anni ed essere accompagnati da formicolio o intorpidimento. Il dolore accompagna ogni momento anche banale della quotidianità, come accade quando ci si lava i denti, si beve una bibita, si mangia o ci si trucca e ciò rende l’infiammazione particolarmente invalidante.

Può anche accadere che si presenti un diverso tipo di nevralgia del trigemino, caratterizzata viceversa da un dolore costante, non costituito da picchi ma perdurante nel tempo. È evidente che per il suo protrarsi questo tipo di nevralgia si presenta come ancor più invalidante, tanto da arrivare ad incidere sulla vita di relazione.

Come sopra affermato, la lesione del nervo trigemino può rappresentare una complicazione di un intervento chirurgico in prossimità dello stesso ed essere diretta conseguenza dell’operare del chirurgo.

Tuttavia, va evidenziato come non sempre ci si possa esimere dal correre il rischio di intaccare il nervo, specie quando, come nel caso della donna modenese sopra richiamato, l’intervento è finalizzato alla rimozione di una massa tumorale. Nel caso di specie, l’asportazione del tronco nervoso era stata diretta complicanza, peraltro frequente, della presenza di un meningioma che inglobava i nervi cranici, costituito da un tessuto fibroso denso.

Dolore alla testa, ai denti e dolori facciali

Riportare una lesione del trigemino non è certo assimilabile ad altre patologie e condizioni cliniche ben più gravi, non si rischia la vita e neppure le principali funzionalità vitali, ed è questo forse che a volte rende tale condizione di dolore meno comprensibile agli occhi degli altri.

Si tratta di sofferenze che appaiono volontariamente esagerate, che ci fanno sembrare lamentosi e intollerabili, un po’ come quando un fastidioso mal di testa o mal di denti ci costringe a letto. Specie se si tratta di una nevralgia del secondo tipo, connotata da un dolore persistente, la personalità dell’individuo non può che essere pregiudicata o quantomeno alterata.

Quando non ci si chiude in casa sotto l’effetto di medicinali, si è comunque diversi nell’approcciare terze persone poiché il dolore non ci abbandona mai.

Ciò non può che riflettersi inevitabilmente anche sulle persone che ci sono più vicine, le quali sono per prime sottoposte al nostro cattivo umore e alle nostre lamentele; ma l’unica via, anche se non proprio semplice, è certamente quella della comprensione.

Appare però più difficile a farsi che a dirsi, in quanto molto spesso, in casi come questo, colui che soffre finirà per tacere, per nascondere i suoi dolori al fine di appesantire anche l’umore di chi gli è vicino, ma sarà comunque in preda alla sofferenza e alla fine il cambiamento di atteggiamento dovuto al patimento finirà con il pregiudicare i rapporti stessi.

Danneggiamento della guaina mielinica

Una delle cause della nevralgia del nervo trigemino è provocata dalla pressione esercitata da un vaso sanguigno sullo stesso; detta pressione, producendo un danneggiamento della guaina mielinica, ossia la fascia protettiva che circonda il nervo, ne causa l’infiammazione.

Questa può anche essere legata al normale processo di invecchiamento e al conseguente allentamento dei vasi sanguigni, che si allungano e vanno a pulsare contro il nervo. Così come anche nei casi di sclerosi multipla, può verificarsi un’infiammazione del trigemino, a causa del deterioramento della mielina nel sistema nervoso centrale connesso alla malattia.

Quelle sopra indicate sono soltanto alcune delle cause che possono condurre alla nevralgia del trigemino, che si vanno ad aggiungere alle ipotesi in cui la lesione, e il conseguente dolore, sia invece diretta conseguenza di un intervento chirurgico nella zona interessata, di cui rappresenta una possibile complicazione.

Infiammazione del nervo Trigemino

Le infiammazioni dei nervi sono spesso causa di forti dolori e fastidi a prescindere da quale sia il nervo interessato.

Si pensi alla tanto diffusa sciatalgia, o infiammazione del nervo sciatico, che ha origine dal midollo spinale nella zona lombosacrale della colonna vertebrale e innerva la gamba, scindendosi in due diverse fibre: una va verso la pianta del piede e l’altra si dirige sul dorso del piede stesso.

Anche in questo caso l’infiammazione è frequentemente causata dalla compressione del nervo alla radice o lungo il percorso dello stesso, provocando dolori lancinanti che spesso costringono il paziente a restare in casa limitando i movimenti al minimo indispensabile e, anche in questo caso, il dolore prolungato è in grado di incidere pesantemente sulla vita di relazione.

Risarcimento del danno al Trigemino

Quando la sofferenza è il prodotto di un danno cagionato da terze persone, le quali, nell’adempimento della propria prestazione professionale, come accade ai medici, abbiano provocato una lesione del nervo trigemino, allora il paziente avrà tutto il diritto di rivolgersi al giudice per ottenere il risarcimento del danno.

L’azione deve essere incardinata con atto di citazione diretto al medico e alla struttura presso cui egli opera; entrambi infatti sono titolari di una responsabilità contrattuale nei confronti del paziente.

La struttura risponderà ai sensi dell’art. 1218 cc, in virtù del contratto di spedalità concluso, nonché ex art. 1228 c.c., che impone al debitore di risarcire i danni cagionati dagli ausiliari della cui opera si avvale nell’adempimento della prestazione. Il medico dal canto suo risponderà ai sensi degli artt. 1176 secondo comma c.c. e 2236 c., che gli impongono di adempiere correttamente la propria obbligazione professionale, con la diligenza che si richiede a colui che abbia delle specifiche competenze tecniche.

Spetterà al danneggiato dare prova della fonte negoziale e del danno riportato, specie con riferimento al danno patrimoniale per il quale dovrà essere depositata la documentazione delle spese sostenute.

Deve inoltre ricordarsi che sia il medico che la struttura rispondono per responsabilità contrattuale, con la conseguenza che il termine di prescrizione entro cui chiedere il risarcimento sarà quello decennale e non quello quinquennale previsto per la responsabilità extracontrattuale.